Una nota di LA grave all’ottava cupa del pianoforte. Così si apre Notte di Luce (su tutte le piattaforme digitali dal 23 agosto) il brano apripista dell’omonimo album del Maestro Federico Longo, in uscita prossimamente.
C’è un senso profondo in questa nota primordiale, nel modo minore degli accordi di una musica che ambisce alla speranza, alla ripartenza, a quella luce spiraglio di speranza dalle tenebre. Perché per sopravvivere al dolore e alla notte bisogna conoscerli, affrontarli, provarli sulla pelle.
Nella progressione armonica che vede la simultanea presenza del modo maggiore e del modo minore e che conduce fino ai raggi di soli espressi dalle scale di un violino di vivaldiana memoria, c’è tutta la semantica del Maestro Longo.
La musica assoluta del Maestro ha un linguaggio intrinseco che non richiede versi testuali: essi sono tradotti nel sentire dell’ascoltatore. Il suo repertorio non è ascrivibile a una categoria musicale o a un periodo storico definito.
Una musica figlia del momento difficile che accomuna tutti noi, che cela all’interno le coordinate geografiche con traguardo sulla speranza. Un viaggio attraverso il suono per simboleggiare la rinascita della luce dopo le ombre della sofferenza.
Chiudete gli occhi e senza aprirli, lasciatevi guidare: la vostra bussola sarà il suono che rischiara la notte.